Dove eravamo rimasti...
22/1/31
Grazie al mezzo di trasporto degli gnomi, il gruppo riesce ad attraversare segretamente le terre del regno, arrivando quasi in prossimità di Kerindar. Attraversando la foresta degli elfi in direzione di Kerindar e più precisamente della taverna dell'ascia e della spada, dimora di Galwen e Balar, il gruppo si accorge che la zona è pienadi draghi, creature che di solito amano stare lontani dalle zone abitate, e che anzi sembrano in cerca di qualcosa. In particolare assistono all'uccisione di un drago nero da parte di uno molto più grande blu, dopo che il primo aveva probabilmente rifiutato di sottomettersi. Il blu in particolare porta un vistoso collare emanante una potente aura magica, e sembra non essersi accorto della presenza del gruppo. Giunti incolumi alla taverna, e superate le iniziali ritrosie di Balar per via della notevole somiglianza tra Shao-Kun e suo nonno, Thialar e Ulfgar scoprono con grande sorpresa che anche i loro padri avevano partecipato alla grande guerra, scontrandosi col SithLord e in particolare con la creatura che uccise Faendil, il nonno di Thialar. Questi viene anche a sapere che quella creatura, uguale a quelle che li stanno inseguendo, è anche responsabile della morte di sua madre e di tante altre vite spezzate, e che è stata a suo tempo sconfitta proprio da suo padre assieme a Balar.
La taverna stessa si rivela essere un perfetto nascondiglio per un vasto arsenale da battaglia, nonchè un'ottimo punto strategico e di ristoro. Galwen racconta al gruppo di come abbiano sconfitto dopo una lunga battaglia l'ombra che li inseguiva, e di come in seguito abbiano poi deciso di ritirarsi per vivere una vita più tranquilla. Inoltre raccontano della visita, tanti anni addietro, di un misterioso individuo, che gli aveva portato un cofanetto da consegnare proprio ai suoi figli quando fosse giunto il momento adatto. All'interno del cofanetto si trova una mappa del mondo con segnati alcuni punti, e una piastra dorata a forma di pesce, che sembra puntare sempre verso una particolare direzione. Il gruppo decide di partire al più presto, se non altro per non rendersi facile preda delle quattro ombre sulle loro tracce, e si incamminano verso la città di Kerindar, per imbarcarsi su di una nave.
Dopo aver affrontato, durante il viaggio, il drago blu di sopra, e aver scoperto che il collare, di fattura gnomica, sembra in grado di controllare le azioni del drago, essi giungono alla città, soltanto per trovarla devastata dall'attacco di svariati draghi rossi. Mentre trascorrono la notte in un riparo di fortuna, ricevono la prima visita delle creature d'ombra. Fortunatamente tre di queste sembrano essere incappate in un'anomalia del teletrasporto, ma una di loro è libera, e solo il capace intervento di Galwen e Balar riesce ad evitare una tragica fine per tutti. Nonostante l'enorme potenza di cui sembrano disporre il nano e l'elfo, anche dopo la sconfitta della bestia, il gruppo si rende conto che averla scampata è stata comunque questione di fortuna, e riesce a rovare una momentanea tranquillità fuggendo a bordo di una nave al largo che aveva già lasciato gli ormeggi da tempo.
La nave, di proprietà di un ricco mercante, è in realtà un ex vascello di pirati, ora al soldo di tale Olaf. Non è il solo denaro posseduto da questi a tenere buona la ciurma ed il loro focoso capitano, ma piuttosto un grosso barbaro e un potente mago al suo servizio, che incutono timore e rispetto ai pirati. I nostri eroi, riuscito ad ottenere un "passaggio" fino all'altra sponda del mare, passano dei giorni piuttosto movimentati a bordo del Victoria, vuoi per il tipo di ciurma, vuoi per l'attacco di un nutrito gruppo di Kuo-Toa che con l'aiuto di alcune idre e di un kracken avevano quasi distrutto un albero e parte della poppa, vuoi per una strano ma momentaneo cambiamento nel jedi che aveva impensierito persino Obi-Torio. Mentre Thialar provava i suoi nuovi incantesimi però, a causa di un piccolo errore, la nave viene quasi distrutta e pertanto il capitano è costretto a riparare su di una particolare isoletta, chiamata Challistad. L'isola è una piccola comunità per soli maghi e stregoni, e funge sia da scuola che da emporio magico. Ad attenderli sull'isola non ci sono soltanto i suo abitanti, ma anche sgradite sorprese. La prima è l'improvvisa materializzazione di Glimnar, ferito a morte e con in braccio Thorbil ormai già morto. Le sue ultime parole suonano strane : " Perdonatemi, è stato lui...", seguite dalla immediata comparsa di una delle bestie d'ombra. I PG stavolta sono soli contro la minaccia, e soltanto la fortunata presenza di corsi d'acqua che, almeno inizialmente, la creatura non è in grado di attraversare, e di una serie di particolari cisrcostanze, compreso l'aiuto del maestro della scuola di magia, gli permettono di evitare la morte. La creatura però non era sola. Infatti ad una certa distanza da essa, Thialar e suo padre Galwen insieme ad Obi-Torio, si trovano a dover affrontare il diavolo Agrax, già noto al gruppo durante il torneo all'inferno, insieme a cinque draghi rossi, svariati diavoli minori, e inoltre il planetar che li aveva aiutati sempre durante il torneo, reso schiavo del diavolo da uno di quei particolari collari. Dopo un furioso scontro, stavolta più alla loro portata, i PG riescono a sconfiggere i diavoli e i draghi e liberare il celestiale. Solo allora si rendono conto che più di metà dell'isola è stata letteralmente rasa al suolo dallo scontro insieme alla barriera magica che la proteggeva, e che gran parte dei maghi, compreso il gran maestro sono morti per mano della bestia o dei diavoli. Fortunatamente l'isola stessa è dotata di un sistema di propulsione magico, e quindi il gruppo decide di restare all'interno della scuola, che nel frattempo in cambio dell'aiuto dato dai PG alla stessa, si sta muovendo verso una delle destinazioni segnate sulla mappa. Intanto Thialar insieme a parte dei maghi sta investigando su cosa abbia permesso ai diavoli di introdursi nella barriera e distruggerla, permettendo così a Glimnar e alla creatura di teletrasportarsi sull'isola, e su chi sia quel "lui" di cui parlava lo sfortunato gnomo...